Personaggio: Red
Principe è un giovane tifoso della Roma, leader riconosciuto di un gruppo denominato
"Brigata Veleno", composto da giovani della periferia romana, decisamente inclini a vivere il tifo in maniera estrema, anche violenta se necessario.
Appena uscito dal carcere, dopo 2 anni di detenzione per una rapina presso un'auto-officina, il ragazzo riprende i contatti con i suoi compagni di tifo e con
Cinzia, la sua ex fidanzata che, tuttavia, da circa un anno ha iniziato a frequentare
Red, grande amico di Principe e figura di spicco della Brigata; la situazione è doppiamente tesa: se da un lato i due giovani innamorati non sanno come regolarsi con Principe, temendo la reazione del giovane alla notizia del legame tra quella che, prima della carcerazione, era la sua donna, e uno dei suoi migliori amici, contemporanemanete incombe
la sentita trasferta di Torino contro la Juventus, cui tutti i componenti della Brigata non vedono l'ora di partecipare, e nella quale verrà portato anche il giovanissimo
Fabietto, fratellino undicenne di Cinzia. La notte precedente alla domenica della partita Juve-Roma la Brigata Veleno parte per Torino, accaparrandosi un vagone su uno dei comuni treni-passeggeri, dato che il treno speciale predisposto dalle Ferrovie per la tifoseria giallorossa è già al completo, occupato dal Commando Ultrà. Il treno parte alla volta del capoluogo piemontese, con a bordo tutti i componenti della temuta Brigata Veleno, tra i quali spiccano
Ciàfretta, amico di Red e subito incaricato/costretto a prendersi cura del piccolo Fabietto, il violento
Teschio,
Morfino, emaciato ragazzetto dedito all'uso sfrenato di stupefacenti, il giovane di colore
Nerone, il bonario
Smilzo, e
Mandrake, obbligato a trascorrere l'intero tragitto in cima al piano bagagli, per carenza di posti a sedere. Il viaggio scorre tra alcool, droghe, sigarette, scherzi e volgarità di vario tipo, piccole baruffe, e ricordi legati alle precedenti trasferte ed ai conseguenti scontri con le tifoserie avversarie, che costituiscono il momento più atteso per alcuni dei ragazzi del gruppo, tra cui lo stesso Principe e il Teschio, suo più fidato seguace; i due sono anche gli unici, nel gruppetto di tifosi, ad avere con loro delle armi: un taglierino per Teschio, mentre Principe ha il suo fidato coltello, compagno di mille trasferte. Il treno corre veloce tutta la notte; durante una sosta forzata in aperta campagna, all'alba, mentre gli altri ragazzi sono scesi a giocare a pallone
Red confessa a Principe della storia tra lui e Cinzia, e della volontà della coppia di trasferirsi a Terni: il giovane capo ultrà ha parole di scherno per l'amico e per l'ex fidanzata, che arriva ad offendere anche in maniera pesante, prima che Red lo colpisca con un pugno al volto. Il treno riparte, e finalmente arriva a Torino, ove il vagone dei ragazzi è immediatamente bersagliato da una sassaiola, probabilmente proveniente da un piccolo gruppo di tifosi juventini, che viene successivamente individuato: una volta fermatosi il treno, Principe e gli altri, scendendo su binario non sorvegliato dalla polizia, aggrediscono i bianconeri picchiandoli e Smilzo riesce anche a sottrarre la sciarpa ad uno di loro. La Brigata Veleno viene fermata dalla polizia e, dopo che i tifosi juventini si sono rifiutati di riconoscere i loro aggressori, viene caricata su un pullman e finalmente raggiunge lo stadio, ove però è accolta da un'altra sassaiola, opera di un gruppo di ultras più numeroso;
nonostante la presenza delle Forze dell'Ordine, i due gruppi vengono rapidamente a contatto e si scatena una vera e propria battaglia, anche a colpi di spranghe e pietre: Morfino è tra i primi a cadere, e viene poi fermato e portato via dalla polizia, assieme ad altri componenti della Brigata ed a tifosi juventini; persino Ciàfretta e il piccolo Fabietto sono coinvolti negli scontri, con il ragazzino che rimedia una brutta botta alla gamba; ma chi sta sul serio per avere la peggio è Principe: aggredito da tre tifosi bianconeri e costretto a terra, tempestato di pugni e Smilzo, osservata la scena, si precipita per salvare l'amico, e tenta di torglierli di dosso i tifosi juventini ma nella concitazione del momento però,
Principe, intravista la sciarpa bianconera portata da Smilzo, e non riconosciuto l'amico, estrae il coltello e lo pianta nello stomaco del povero ragazzo, che vacilla. Riunito il gruppetto, con Smilzo sempre più sanguinante e sostenuto da Principe, che però nulla ha rivelato circa le sue responsabilità, limitandosi a dire che il compagno è stato pugnalato dai tifosi della Juve, i ragazzi entrano finalmente allo stadio, ma sono subito costretti a portare Smilzo in bagno, dato l'aggravarsi delle condizioni di quest'ultimo che, appena appoggiato al muro, muore.
Principe e gli altri ragazzi sono intenzionati a vendicare l'amico, e iniziano a staccare le tubature dai muri per poi caricare la tifoseria bianconera;
tutti tranne Red che, notata la sciarpetta bianconera, ancora in mano a Smilzo, e ricordatosi del coltello del Principe,
inizia a capire come sono andate le cose, e aggredisce verbalmente l'ormai ex amico, invitandolo a confessare la verità; Principe sulle prime si schermisce, poi, accortosi di come anche gli altri inizino a sospettare qualcosa, scaraventa a terra Red e inizia a tempestarlo di calci, a stento trattenuto dagli altri componenti della Brigata. La verità è ormai chiara a tutti, e il Principe non si sforza nemmeno più di negarla; raccolta la spranga, corre fuori dai bagni, seguito dal solo Teschio, e raggiunge la sommità degli spalti, ove ormai infuria il caos più totale, poiché la notizia dell'accoltellamento si è già sparsa per tutto lo stadio. Gli altri ragazzi, rimasti ai bagni, sono poi costretti alla fuga all'arrivo della polizia: restano solo Ciàfretta con il piccolo Fabietto, ormai in lacrime, per aver visto il suo sogno di partecipare ad una trasferta della squadra del cuore trasformarsi nel peggiore degli incubi, e Red: quest'ultimo invita l'amico a portare fuori il bambino, e
rimane a sorreggere il cadavere del povero Smilzo, sino all'arrivo, nei bagni ormai allagati, della polizia, dove però, alla richiesta degli agenti,
eviterà di rivelare il nome del suo assassino.
*COMMENTI*
Una delle pellicole più emozionanti e commoventi che abbia mai visionato. Rappresenta il problema della violenza negli stadi con una perfezione e una cura dei particolari ammirevole. Un cast molto giovane e altrettanto preparato. Grande interpretazione del nostro Ricky: non a caso per questo film vinse lo European Film Awards del 1991 come miglior attore non protagonista! Un complimento va anche ad Antonello Venditti per le colonne sonore che ancora oggi, ascoltandole, mi fanno venire i brividi!
Assolutamente da vedere!
Giuseppe